Con le diete sbilanciate si invecchia prima

Uno studio canadese indica, per esempio, che mangiando solo carne e bacche l’età “vera” del corpo è risultata di due anni superiore a quella anagrafica.

Carne e pesce senza (quasi) limiti, frutta a guscio a volontà, bacche. Ma guai a mangiare pane o pasta, a bere un bicchiere di latte o gustarsi un pezzetto di formaggio: nella dieta paleo si porta in tavola solo quello che i nostri antenati dell’età della pietra potevano procacciarsi con la loro attività di cacciatori-raccoglitori. Stando ai fautori sarebbe utile per “tornare alle origini” ed evitare malattie della civilizzazione come diabete e obesità, ma ora una ricerca statunitense getta qualche ombra sull’alimentazione da uomo delle caverne: sarebbe infatti la via maestra per invecchiare in fretta, stando a test condotti su oltre 90 mila volontari.

Gli autori ne hanno  indagato il microbiota, ovvero l’insieme dei batteri che vivono nell’intestino, registrando allo stesso tempo l’alimentazione seguita da ciascuno: la presenza e sovrabbondanza di alcune specie batteriche “cattive” può avere effetti negative sulla salute e viceversa, così l’obiettivo dei ricercatori  è stato comprendere se e come la dieta influenzi la flora intestinale e se questo possa avere conseguenze sull’età biologica, ovvero sul livello di invecchiamento di organi e tessuti indipendentemente dall’età scritta sul documento di identità.

I test sul microbiota, condotti  valutando  quali geni batterici sono o meno attivi, sembrano infatti abbastanza accurati nel calcolare il ritmo con cui l’organismo “matura” negli anni.

I dati raccolti confermano che al variare dell’alimentazione cambiano le popolazioni batteriche intestinali, ma per i seguaci della dieta paleolitica non sono buone notizie: mangiando solo carne, bacche e simili l’età “vera” del corpo è risultata di due anni superiore a quella anagrafica. Per la dieta il dato è netto, ma anche l’alimentazione chetogenica (nella quale si mettono al bando i carboidrati e si introducono grassi in quantità) sembrerebbe invecchiare il fisico di un paio d’anni; infine, le donne che bevono più di un alcolico al giorno e gli uomini che superano i due drink quotidiani hanno un’età biologica di un anno più alta, mentre i vegetariani sono di un anno più giovani rispetto a chi mangia carne.

Andrea Ghiselli, presidente della Società di Scienze dell’alimentazione, non si stupisce che la paleo-dieta non si sia rivelata un toccasana per la flora intestinale né che possa farci invecchiare anzitempo: “non è ancora certo se un buon microbiota sia causa o effetto di una miglior salute generale, ma quando nell’intestino prevalgono batteri che si nutrono di sostanze di cui sono ricchi i vegetali e i cereali integrali migliora l’immunità locale e dell’intero organismo, a tutto vantaggio del benessere. Con l’alimentazione paleo invece aumentano soprattutto i batteri putrefattivi, inoltre un basso consumo di alcuni dei principali cibi proibiti con questa dieta (cereali integrali, legumi e latticini, ndr.) si associa a un incremento del rischio di malattie cardiovascolari e renali, tumori e diabete. La frutta a guscio è l’unico cibo permesso dal regime paleo che ne riduca il pericolo; la carne, per esempio, lo aumenta perché il ferro che fornisce, pur essendo ben assimilabile, non viene assorbito per circa il 60 per cento e aumenta lo stress ossidativo intestinale, favorendo la crescita di batteri cattivi”.

Non a caso insomma i vegetariani avrebbero una microbiota migliore e sarebbero più “giovani”.

“Nessuno poi sa com’era la vera  paleo-dieta: sembra assai probabile che mangiare carne fosse una festa, quando si riusciva a cacciare un animale, e il cibo raccolto comprendesse pure cereali, tuberi e legumi. La dieta mediterranea, a base vegetale e con un cosumo di carne limitato, è la migliore per il microbiota e per vivere sani a lungo”, conclude Ghiselli.

Autrice: Elena Meli

Pubblicato su Corriere Salute – Corriere della Sera