Sfruttamento ed illegalità

Gli effetti della crisi economica e della disoccupazione generano forme di lavoro precario e di vero e proprio sfruttamento.

Il fenomeno non incide solo sui lavoratori costretti a subire condizioni di sotto salario e umiliazioni professionali, ma genera imprese senza scrupoli, pronte a trarre profitto anche nei confronti delle famiglie, fornendo prestazioni di scarsa qualità e senza garanzie di affidabilità.

Il settore dell’assistenza alla persona, in particolare per la forma extra sanitaria, registra una forte crescita di lavoro nero e di forme irregolari nel rapporto di lavoro.

Il bisogno crescente di assistenza alla persona ha fatto registrare una crescita significativa dell’assistente famigliare (badante) ma ha generato in questi ultimi anni anche una miriade di imprese specializzate nella forniture di servizi di assistenza domiciliare.

In ambedue i casi si evidenziano forti segnali di irregolarità. Mentre il lavoro nero è una caratteristica cronica per la badante, il fenomeno dell’ assunzione con ‘’prestazione occasionale’’ è la costante per l’assistenza fornita da imprese.

La prestazione occasionale è una forma di contratto che permette al committente di riconoscere una remunerazione ad una figura professionale che, per le caratteristiche di sporadicità, fornisce una prestazione di breve durata e non ripetitiva e non deve superare il limite dei 5.000 euro annui.

La remunerazione della prestazione è frutto di libero negoziato tra le parti. Ecco quindi che i lavoratori sono costretti a subire bassissimi salari a fronte di prestazioni molto impegnative e delicate come l’assistenza di persone non più autosufficienti.

Molte famiglie bisognose di servizi di assistenza, vengono attratte dal basso costo della prestazione e dalla fiducia riposta nell’impresa. Non sanno che potrebbero incorrere loro malgrado, di venire coinvolte nella truffa ai danni dello Stato e della lavoratrice, con ricadute civili e penali.

Oltre a ciò, la scarsa remunerazione della prestazione, genera una bassa qualità del servizio e l’interruzione improvvisa del medesimo, lasciando la famiglia scoperta nell’assistenza. Quando poi lo sfruttamento raggiunge livelli di ‘’semi schiavitù’’ della lavoratrice tramite organizzazioni criminali nascoste dietro fantomatiche associazioni di facciata, il rischio per la famiglia si fa ancora più evidente.

Il prevalere sul mercato dell’assistenza di queste forme illegittime, se non contrastate adeguatamente, metterebbero fuori mercato quelle imprese che intendono fornire un servizio nella piena legalità, nel rispetto della persona assistita e dei lavoratori e lavoratrici, pregiudicando irreversibilmente un servizio importantissimo per la società.

Per questi motivi, Professione in Famiglia Associazione di categoria delle famiglie e UILFPL hanno sottoscritto l’accordo sindacale che regolamenta la figura dell’ Operatore di Aiuto e lanciano una campagna di sensibilizzazione e di denuncia al fine di contrastare  i fenomeni degenerativi del settore.

Nel contempo chiedono che vengano presi provvedimenti fiscali in aiuto alle famiglie che si trovano a gestire il dramma della non autosufficienza permettendo di portare a deduzione fiscale l’intero costo dell’assistenza extra sanitaria alla persona.

Iftin Cooperativa sociale, condividendo in pieno le argomentazioni e le analisi fatte dall’ Associazione di categoria delle famiglie, Professione in Famiglia, ha aderito ormai da tempo diventandone sezione provinciale di Treviso. Questo ovviamente per assicurare un servizio alle famiglie sempre più efficiente e qualificato che sia in grado di soddisfare i bisogni delle famiglie stesse in maniera totalmente legale, il tutto naturalmente garantendo dignità e qualità al lavoro dei propri soci.