A lezione dai bimbi ciechi

Il racconto della volontaria VERONICA TEDESCHI di <<Oltre i confini>> che è andata in missione in Sierra Leone. Qui come in altri Paesi africani la disabilità comporta l’emarginazione dalla società <<Kabala blind’s school>> è un villaggio nel villaggio che ospita 80 piccoli non vedenti


“Un viaggio di ricerca e scoperta, per aprire il cuore e soprattutto la mente. La Sierra Leone, Stato dell’Africa Occidentale che si affaccia sull’Oceano Atlantico, è conosciuta dalla maggior parte delle persone a causa della sanguinosa guerra civile del 2002 o per l’epidemia di ebola, debellata nel 2016, che ha visto gran parte della popolazione morire o rimanere invalida. Uno Stato sconosciuto ai più ma pieno di sorprese che sono riuscita a scoprire grazie al viaggio organizzato dall’Associazione <<Oltre i confini>>. Sono stata in una scuola e in una casa di bambini ciechi, a Kabala, villaggio nel nord del Paese quasi confinante con la vicina Guinea. Le strutture furono costruite da altre associazioni, che prima di Oltre i confini si presero a cuore la sorte di 80 bambini disabili abbandonati nella foresta proprio a causa della loro disabilità. Purtroppo il Paese si trova nell’elenco degli Stati africani (ancora numerosi) in cui la disabilità viene associata alla sfortuna venendo, di conseguenza, marginalizzata e allontanata dalla vita sociale. Questo spiega la collocazione della Kabala blind’s school, che si trova esattamente a un paio di chilometri fuori dal villaggio, alle sue porte insomma ma non ben integrata con il resto della società.

Ho trovato le situazioni più disparate, bambini molto piccoli ciechi dalla nascita e adolescenti che hanno iniziato a soffrire di malattie oculari negli anni. Questa scuola, con tutti i limiti del caso, prova a garantire un’educazione anche a chi non può permettersela, in linea con i principi di Oltre i confini, che negli anni ha creato i suoi progetti educativi in quartieri con alto tasso di abbandono scolastico o particolarmente problematici, sensibilizzando la popolazione sull’importanza di un’educazione già a partire dalla scuola elementare o dall’asilo. Le condizioni in cui la scuola e la casa sono state trovate sono tra le peggiori mai viste durante i miei viaggi, con un alto livello di sporcizia e pericolosità. La scuola, come tutto il villaggio, è circondata dalla giungla e, quindi da animali pericolosi a cominciare dai serpenti. Inoltre la povertà dei bambini presenti in questa struttura supera di gran lunga quella degli abitanti del villaggio: abbandonati dalla famiglia hanno come unico sostenimento quello della scuola e, di conseguenza, tutto il contorno diventa superfluo, a partire dal vestiario dalla pulizia. Una cosa che mi ha lasciata a bocca aperta è stata la capacità di insegnamento e la forza dei maestri di questa scuola, anche loro con disabilità visiva.

La Kabala blind’s school è un villaggio nel villaggio che mi ha fatto ragionare sulla forza e la capacità di adattamento di 80 bambini costretti in situazioni igieniche carenti, esclusi dalla società e con una disabilità importante. A seguito della missione, Oltre i confini ha sostituito letti e i materassi presenti nella casa e ha bonificato la struttura scolastica e abitativa per avviare un progetto che si mantenga negli anni provando a far inserire questi bambini nella società e dando loro le stesse possibilità che hanno tutti i bambini di Kabala. Questa è la filosofia di Oltre i confini che si occupa di progetti nel campo dell’istruzione, salute, sviluppo economico e qualità della vita anche in Togo e in Senegal.

Organizza anche i campi di volontariato per l’estate 2020 e ha di recente presentato tutti i suoi progetti a Milano e a Torino. Ogni viaggio in Africa si conclude con lo straziante saluto tra gli abbracci, ancora un ultimo saluto, ancora un ultimo <<arrivederci>>.

Le spalle che si voltano per non mostrare le lacrime e i passi di una bimba che, seguendo il rumore del mio cuore, stava già dietro di me per stringermi ancora una volta, come per dirmi a <<presto>>.

Non ci vedremo per tanto tempo ma tornerò, lo prometto”

Ringraziamo BUONE NOTIZIE supplemento del CORRIERE DELLA SERA